domenica 1 gennaio 2012

Jean Robaey




Modena, 2007 (foto g. z.)



finché non nasce il grido e non si versa
l’anima in pianto come la terra secca
s’imbeve di acqua che rompe dal cielo
mollemente affondano i colori
ma il peso lo sento ancora
sullo sterno che preme la luce
forte ancora manca non brucia
dentro ogni erba sicché riarde
secca più che marmo terra cretosa
che più non piange ancora mi sciolgo si scioglie
sicché l’inverno anzi l’autunno è vicino
cosa si cerca si torna cosa si cerca se torna
così intatto non toccato rimane puro
non toccato lassù la sua idea
s’infiamma per un nonnulla si affanna
alza gli occhi o si perde dispiace stupisce
rassegna arrende lo sguardo alla luce



............................................................................................................................................................................................. Versi inediti da l’epica.