martedì 6 dicembre 2011

Alessandro Manzoni




    «Oh! la mia donna, che vento v’ha portata?»
   «Vengo a cercare il padre Cristoforo.»
   «Il padre Cristoforo? Non c’è.»
   «Oh! starà molto a tornare?»
   «Ma ...?» disse il frate, alzando le spalle, e ritirando nel cappuccio la testa rasa.
   «Dov’è andato?»
   «A Rimini.»
   «A?»
   «A Rimini.»
   «Dov’è questo paese?»
   «Eh eh eh!» rispose il frate, trinciando verticalmente l’aria con la mano distesa, per significare una gran distanza.
   «Oh povera me! Ma perché è andato via così all’improvviso?»
   «Perché ha voluto così il padre provinciale.»
   «E perché mandarlo via? che faceva tanto bene qui? Oh Signore!»
   «Se i superiori dovessero render conto degli ordini che danno, dove sarebbe l’ubbidienza, la mia donna?»
   «Sì; ma questa è la mia rovina.»
   «Sapete cosa sarà? Sarà che a Rimini avranno avuto bisogno d’un buon predicatore (ce n’abbiamo per tutto; ma alle volte ci vuole quell’uomo fatto apposta); il padre provinciale di là avrà scritto al padre provinciale di qui, se aveva un soggetto così e così; e il padre provinciale avrà detto: qui ci vuole il padre Cristoforo. Dev’esser proprio così, vedete.»
   «Oh poveri noi! Quand’è partito?»
   «Ierlaltro.»
   «Ecco! s’io davo retta alla mia ispirazione di venir via qualche giorno prima! E non si sa quando possa tornare? così a un di presso?»
   «Eh la mia donna! lo sa il padre provinciale; se lo sa anche lui. Quando un nostro padre predicatore ha preso il volo, non si può prevedere su che ramo potrà andarsi a posare. Li cercan di qua, li cercan di là: e abbiamo conventi in tutte le quattro parti del mondo. Supponete che, a Rimini, il padre Cristoforo faccia un gran fracasso col suo quaresimale: perché non predica sempre a braccio, come faceva qui, per i pescatori e i contadini: per i pulpiti delle città, ha le sue belle prediche scritte; e fior di roba. Si sparge la voce, da quelle parti, di questo gran predicatore; e lo possono cercar da ... che so io? E allora, bisogna mandarlo; perché noi viviamo della carità di tutto il mondo, ed è giusto che serviamo tutto il mondo.»
   «Oh Signore! Signore!» esclamò di nuovo Agnese, quasi piangendo: «come devo fare, senza quell’uomo? Era quello che ci faceva da padre! Per noi è una rovina.»