mercoledì 9 novembre 2011

Fabio Pusterla




Caro Gabriele, 

ti avevo promesso qualche breve considerazione da indirizzare ai "giovani". Ci provo, con tre ordini di idee a prima vista antitetici.
Li scrivo qui di seguito, poi vedi tu se hanno senso.

Un abbraccio

fabio



1. Quando ero molto giovane, forse non guardavo con grande attenzione gli occhi di tre smunte figure femminili, che si chiamano di solito Umiltà, Pazienza, Modestia. Mi davano un po' fastidio, così silenziose com'erano. Ma credo che loro fossero più caparbie e più furbe di me, e più capaci di aspettare; così non sono scappate, anche se le trattavo forse male; e, più tardi, mi hanno aiutato molto.

2. Una volta, in una poesia, ho immaginato che fossero mio padre, e quelli come lui, della sua età, a dare consigli a me. Dicevano: "Diffidate / d'ogni risposta. Con fiducia e sospetto / riscattateci. Capite anche per noi, se lo potete". Tutto sommato, non vedo perché chi è giovane oggi non debba fare qualcosa del genere nei nostri confronti.

3. Un'altra volta mi ha scritto un poeta anziano, saggio e anarchico, a cui avevo inviato un mio libretto, credo. Mi diceva: "Le auguro di potersi perdonare. Non di dimenticare, questo mai; ma di perdonare se stesso". Mi è parso un consiglio misteriosamente eccezionale.