martedì 8 novembre 2011

Albert Einstein





    Le leggi generali della natura debbono potersi esprimere mediante equazioni che valgano per tutti i sistemi di coordinate, cioè che siano covarianti rispetto a qualunque sostituzione (covarianti in modo generale).
    È chiaro che una teoria fisica la quale soddisfa a questo postulato soddisfa anche al postulato della relatività generale. Infatti la somma di tutte le sostituzioni include in ogni caso quelle che corrispondono a tutti i movimenti relativi dei sistemi tridimensionali di coordinate. Che questo bisogno di covarianza in modo generale, che porta via dallo spazio e dal tempo l’ultimo avanzo di obbiettività fisica, sia una necessità naturale, si vedrà dalla seguente riflessione. Tutte le nostre verifiche spazio-temporali si riducono invariabilmente a una determinazione di coincidenze spazio-temporali. Se, ad esempio, i fenomeni naturali consistono esclusivamente del moto di punti materiali, allora in definitiva nulla si potrà osservare tranne l’incontro di due o più di questi punti. Inoltre i risultati delle nostre misurazioni non sono nient’altro che verifiche di certi incontri di punti materiali di nostri strumenti di misura con altri punti materiali, o coincidenze tra le lancette di un orologio e punti sul quadrante dell’orologio, e punti-eventi osservati che cadono nello stesso posto e nel medesimo istante.
    L’introduzione di un sistema di riferimento non serve ad altro scopo che a facilitare la descrizione della totalità di tali coincidenze.




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Da La teoria della relatività.