sabato 20 agosto 2011

Una risposta di Vittorio Sereni

Io sono fra quelli che augurano una rapida estinzione della società letteraria così com’è oggi: delle sue consuetudini, delle sue convenzioni e dei suoi cerimoniali; e cioè la cessazione dell’attuale rapporto scrittore-pubblico, e del modo in cui questo rapporto o mediazione avviene. Intendiamoci: uno scrittore non può non avere un pubblico, è giusto che lo abbia, ma che sia pubblico di ciò che lo scrittore scrive, non pubblico del personaggio che egli è o tende a diventare, demagogo, mattatore o sofista. Lo scrittore, in quanto individuo, in quanto persona, lo vedo più volentieri assorbito nella folla, nel popolo.

..............................................................................................................................................
in Ferdinando Camon, Vittorio Sereni. Il mestiere di poeta, Lerici editori, Milano 1965.