mercoledì 24 agosto 2011

Due poesie di Remo Pagnanelli

l’anima, la cosa così detta, si risolse e accomodò nel cuore fondissimo della pioggia notturna, e persuasa (sedata e sedotta da sé stessa, dalla favola dei ricongiunti), più non parlò, divenendo la cosa così detta, l’anima senza nome.

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tra un tentativo e l’altro (suicidario), scrivo un saggio di sudario su Viaggio d’inverno, preparo un libro dal titolo Atelier d’inverno (sussidiario). L’inverno è in me, certamente. Parcamente mi consolo in tombeaux di autori celebri. Anche qui, vedete, conati (clonazioni), disperazioni disperanti, dispersioni.