domenica 30 ottobre 2011

Una meditazione di Carl Gustav Jung




     Il tornare a immergersi nello stato primigenio della partecipation mystique è il segreto della creazione e dell’azione artistica, poiché a questo livello dell’esperienza non è più in causa il singolo soltanto, ma la collettività, e qui non si tratta più del bene o del dolore del singolo, ma della vita della collettività. La grande opera d’arte infatti è obiettiva e impersonale e ci tocca nel più profondo. Perciò quello che concerne personalmente il poeta è soltanto vantaggio o impedimento, ma non è essenziale per la sua arte. La sua biografia personale può essere quella di un pedante, di un brav’uomo, di un nevrotico, di un folle o di un criminale; può essere interessante o insopportabile, ma è sempre irrilevante dal punto di vista dell’arte.



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Da Psicologia e poesia, Boringhieri, Torino 1979, pp. 80 e 81.