Ferruccio
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sole di un sogno, neve
Cancellerò per te l’ombra molesta,
lascerò questa luce a custodirti
ora che l’anno cede la sua voce
da quest’ospite casa di dicembre
alla beltà del dono che si perde
nel silenzio notturno della nebbia.
Distante dalla strada, dopo i passi,
si consegna nel sonno dei bagliori
a una quiete d’inverno che precede
il chiarore crudele del mattino,
le stagioni dei giorni, i nuovi mesi,
sulla via senza nome che non torna.
A te che leggi questi versi basti
la verità che appare e si fa niente
nell’inutile essere del mondo,
fiato d’alba e di notte, aurora e buio
lungo l’argine stretto dei passanti
dove il secolo volta e andando lascia
l’illusione del tempo a rammentarci
questo esistere muto del presente,
l’immagine di te che ti allontani
nella luce di luglio pedalando.