Filologia di un passo incerto
a Remo Pagnanelli
di te (di me) rimane un muro troppo
alto da scalare, un'eco spenta, una bottiglia
vuota da sotterrare con le istruzioni
per un sonetto: era scritto in un libro,
ma non ricordo quale, a quale pagina,
il segno esatto, l'ora e il modo in cui
la voce, forse la mia (la tua), si è fatta corpo,
si è smarrita, cantando ancora, tracciando muta
l'ultimo passo privo di note, verso la fine
Tentativi
ci sono cose che capiremo, prima o poi,
a forza di provarci, tendere a un oltre
indefinito, più caro a farsi certo, misurato;
allora pensa, non fare mensola al pensiero,
accoglila la polvere se ha memoria
del buio solco in cui dimora il chiodo,
il colore dell'acqua dentro ai tubi, della corrente
a fasi alterne negli impianti, dei blackout -
e soprattutto - fai attenzione al ridere scomposto,
irrefrenabile, del sangue dopo un bacio