Tutta la notte avrei vegliato una caldaia spenta
Tutta la notte avrei vegliato una caldaia spenta,
a seguire il passaggio del gas dietro i muri,
(sentirlo crescere piano)
perchè mi sono accorto che eri già andata
dal tubetto di dentifricio lasciato aperto sul lavandino,
dai vestiti raccolti dal pavimento - la camicia
sullo schienale della sedia -
ed un biglietto bianco sul tavolo, fra briciole,
bottiglie ed un avanzo di caffè, con una scritta
semplice, quanto inaspettata
per ogni volta che si nasce
come la corsa del metrò fuori dal tunnel
a Frank O'Hara
l'estate si è schiantata all'improvviso come un vagone merci
e l'aria è troppo calda, spessa da respirare
i semafori
gialli lampeggiano come tizzoni ardenti
negli occhi di chi resta ad osservare,
ma non c'è tempo di sfuggire al tempo
così ogni notte si succede al giorno
da millenni
io per esempio vago più o meno da vent'anni
come un filmato in bianco e nero con pochi spettatori
una macchina passa troppo in fretta
seguita dalla polizia
ed è la vita perchè da sempre
un'ombra scura ci viene dietro inesorabile
ma all'angolo
si scontra con un'altra generando una cometa
e migliaia di stelle a illuminare il grigio dell'asfalto
come un assolo di john coltrane