Cos’era?
Cos’era, Gabriele, quella luce
che Ferruccio portava nei suoi occhi,
il segno involontario che decide
se sia quello il confine o un’altra terra?
Ancora la ricordo come adesso,
un dopocena al gelo di febbraio,
parole che s’accendono improvvise,
alcune ferme, come stelle fisse,
ma la luce, la luce che gli ardeva
oltre Viale dei Mille, oltre lo sguardo -
come in un’aria persa, come il niente -
cos’era, mi domando dopo tanto, e con chi
l’ha seguita a scomparire?
............................................................................................................................................................................................. Una domanda, Francesco, a cui non mi è facile rispondere, ma prima o poi tenterò, di questo puoi star certo. Tuo, con l’affetto di sempre, Gabriele.