martedì 4 ottobre 2011

Una pagina inedita di Giampiero Neri





Uno dei monaci che seguivano il Budda nelle sue peregrinazioni, il monaco Arittha, che in precedenza era stato un cacciatore di avvoltoi, aveva concepito una diversa, errata interpretazione di una norma del maestro.
Il Budda l’aveva criticato con asprezza, dandogli ripetutamente dello sciocco, «sarai ricordato come uno sciocco», gli aveva detto.
Nel testo, il nome del monaco Arittha è sempre seguito dalla formula “che in precedenza era stato un cacciatore di avvoltoi”, come segno distintivo. Ma che significato ha?
È verosimile che equivalesse a stupido, sciocco. Infatti gli avvoltoi non hanno alcun valore venale. Perché cacciarli?
Ma la formula, se è chiara per il lettore indiano, non lo è altrettanto per noi, che non abbiamo familiarità con gli avvoltoi.
Una versione più comprensibile sarebbe allora “un cacciatore di farfalle” o un “perdigiorno”, anche se vale di più per chi scrive queste note, che per il monaco Arittha.