Accanto ai composti dei tipi usuali che anch’essi si accrescono (accalappiacani, pesalettere, schiaccianoci, ecc.), se ne hanno molti altri di vari tipi, specialmente nelle scienze (parolibero, Marinetti; avifauna, ecc.).
Oltre alle molte voci nuove che sono arrivate più o meno facilmente, più o meno ampiamente a entrare nell’uso, se ne potrebbero citare migliaia di altre che hanno avuto una vita momentanea o più o meno breve: scimmietà, scimmiologo (Tommaseo), monumentare, manzonicidio (Carducci), empicornici «pittore», spulciacodici «erudito» (Dossi), nientarchia (Gandolin), massiccità (Fogazzaro), capolavorare, capolavorazione (D’Annunzio), prosatoio (D. Mantovani), studianaio (studio + granaio: così chiamava il Fucini il suo studio), ecc.
Di parecchie parole si conosce l’autore, sia di quelle scientifiche e tecniche che di quelle letterarie o politiche: sappiamo per es. che ptomaina è stato coniato da F. Selmi, che bimetallismo è dovuto a E. Cernuschi, che paesanità è stato foggiato da Carducci; guerrafondaio è dovuto a L. A. Vassallo (Gandolin) e forcaiolo a L. Bertelli (Vamba). Di altro si conosce chi le ha introdotte: velivolo nel senso di «aeroplano» da D’Annunzio, congeniale da Croce, ecc.
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Dalla Storia della lingua italiana.