Toscanini
Dopoguerra
Il sentiero
A mio padre
Alla passione per le case in costruzione
univi quella del loggione
(Toscanini ti riempiva di ammirazione).
Nell’una e nell’altra situazione
la morte ti pareva in soggezione.
Dopoguerra
A Isabella
Isabella, dopo anni
a patire il freddo del dopoguerra
in via Beatrice d’Este
nelle case di legno del Comune,
ora entravi quasi in punta di piedi,
tenendomi per mano,
nel palazzo nuovo del piano Fanfani...
La giornata era fredda e buia,
ma la lampadina illuminò la sala vuota
come le luci di Natale piazza del Duomo.
Seduto per terra mangiavo le castagne
che mi offrivi piangendo.
Dicevi che nel vuoto della campagna
la luce della finestra
si sarebbe vista anche da lontano.
Il sentiero
Camminare nel sentiero
che costeggia gli orti
e la caserma della cavalleria,
il grande ospedale sullo sfondo,
la prostituta che si rifà il trucco
sprofondata in una poltrona.
Basta una bava di vento
per portare il profumo del caprifoglio,
tornano le primavere passate
e le voci dei morti
come una segreta colpa,
mio padre che cammina nel sentiero
tenendomi per mano
tra distese di granoturco,
le parole e il silenzio
sospesi nella luce,
il mondo alle nostre spalle.