giovedì 8 dicembre 2011

Chuang-tzu




Dialoghi senza parole

Lo scopo della nassa è prendere il pesce: preso il pesce metti da parte la nassa. Lo scopo del laccio è prendere la lepre: presa la lepre metti da parte il laccio. Lo scopo delle parole è esprimere l’idea: afferrata l’idea metti da parte le parole.
   Potrò mai trovare un uomo che metta da parte le parole e dialogare con lui?



L’abito non fa il monaco

Quando Chuang-tzu fece visita al duca Ai di Lu, questi gli disse:
   «A Lu ci sono molti dotti letterati, ma pochi seguono il tuo metodo, signore.»
   «A Lu ci sono pochi dotti» osservò Chuang-tzu.
   «In tutto il regno di Lu non vedi altro che abiti da dotto» insisté il duca Ai. «Come fai a dire che sono pochi?»
   «Ho inteso dire che quelli che si coprono il capo con cappelli rotondi conoscono le stagioni, quelli che calzano scarpe quadrate conoscono le posizioni della Terra, quelli che portano pendagli alla cintura danno giudizi sugli affari dello stato. Ma i saggi che hanno queste conoscenze non portano necessariamente quei vestiti e chi porta quei vestiti non ha necessariamente queste conoscenze. O duca, se davvero credi che non sia così, perché non emani un proclama in cui sia detto: “Chi porta quegli abiti senza possedere quelle conoscenze sarà condannato a morte”?»
   In effetti il duca Ai emanò il proclama ed entro cinque giorni nel regno di Lu non vi fu più chi osasse vestirsi da dotto. Solo un uomo se ne stette alla porta del palazzo vestito in quel modo. Il duca lo fece venire alla sua presenza e l’interrogò sugli affari del regno: questi, di fronte ai vari quesiti, non si trovò mai a corto di risposte.
   «Come vedi, in tutto il regno di Lu c’è un solo dotto» concluse Chuang-tzu. «Puoi dire che siano molti?»



Un vero pittore

Il principe Yüan di Sung voleva far dipingere un quadro e diramò l’invito. Si presentò una folla di scribi, i quali, ricevuto l’ordine e fatti gli inchini, se ne stettero lì a leccare i pennelli e a sciogliere l’inchiostro. Metà di loro rimase fuori.
   Ma ve ne fu uno che arrivò dopo gli altri, con comodo e senza affrettarsi. Costui, ricevuto l’ordine e fatti gli inchini, non restò lì ma se ne andò a casa sua.
   Il duca mandò qualcuno a vedere: l’uomo si era tolto il vestito e dipingeva seduto in terra a gambe incrociate.
   «Ecco» disse il duca. «Quello è un vero pittore!»



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Da La calma, a cura di Claudio Lamparelli, Mondadori, ristampa 2010. Traduzione di Fausto Tomassini.