La casa
Chissà chi
era quella luce bassa
che
illuminava appena il tavolino,
bagliore
calmo tra la sponda e il libro,
chissà se
si chiamava come allora
o dalle
vele degli anni trasformava
la voce in
lume dell’inverno bianco?
L’aiuola
C’è la
corona di conchiglie grandi,
una terra
mai mossa, quasi legno,
il piccolo
oleandro, una panchina
che forse
è stata verde,
un gatto
rosso addormentato ai bordi,
ossi di
pesca e cardi rinsecchiti.
Dei fasti
della corte resta niente,
di
quell’impero vegetale è il sonno
che tocca
la ringhiera arrugginita,
gli
scalini, la piccola fontana.
Ogni beltà
è sparita come nube
a cui è
negato il più lontano cielo.
Giulio
S’è
perduto nei giorni, s’è smarrito,
lui che
tornava, senza essere andato,
da un
marciapiede del tardo pomeriggio,
l’abito
stretto col cappello alzato,
gli
occhiali da sole e quel sorriso,
innocente,
che dedicava al mondo.