martedì 1 luglio 2014

Francesco Scarabicchi




                                                            Ancona, Monumento ai Caduti.



La casa


Chissà chi era quella luce bassa
che illuminava appena il tavolino,
bagliore calmo tra la sponda e il libro,
chissà se si chiamava come allora
o dalle vele degli anni trasformava
la voce in lume dell’inverno bianco?



L’aiuola


C’è la corona di conchiglie grandi,
una terra mai mossa, quasi legno,
il piccolo oleandro, una panchina
che forse è stata verde,
un gatto rosso addormentato ai bordi,
ossi di pesca e cardi rinsecchiti.

Dei fasti della corte resta niente,
di quell’impero vegetale è il sonno
che tocca la ringhiera arrugginita,
gli scalini, la piccola fontana.
Ogni beltà è sparita come nube
a cui è negato il più lontano cielo.



Giulio


S’è perduto nei giorni, s’è smarrito,
lui che tornava, senza essere andato,
da un marciapiede del tardo pomeriggio, 
l’abito stretto col cappello alzato,
gli occhiali da sole e quel sorriso,
innocente, che dedicava al mondo.




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Da 1980.