Ho
dormito fino a tardi
nel tuo
rifugio di rue Glacière.
Fuori
ci aspettava religiosa
la
mensa dell’Africa più povera
in fila
corpi di antichi patriarchi
per
l’intingolo di spezie e zenzero
le
grandi ombre
tra i
libri della Senna
il
ciuffo anacronistico di Bacon
in uno
studio
murato
di bellezze.
Quanto
più soli noi
tra i
caffè e il cielo squarciato
nel
sottovuoto estivo
di un
grande magazzino
e
lontano Saint Eustache
col suo
bianco mendicante
come
garza
cucita
sullo strappo.
*
Nei
giorni peggiori mi sentivo
la
sibilla che sfianca i salotti
e sui
treni rapisce il folle
di
Marradi
il
notturno
il
pastore.
Tornando
poi
alle
solite stanze
con la
volpe al collo.
*
E la
tua telefonata
in una
domenica
che
punge d’inverno, la gioia
dell’inattesa
voce
il cuore
scalzo di Antonia Pozzi
per te.
Da L’atteso altrove, Italic, Ancona 2014.