Milano, 27.12.13
Caro Gabriele,
il testo qui sotto è nel cassetto con
altri in attesa di formare un libro e non ha fretta di essere pubblicato. Per me va bene qualunque
data.
Un caro saluto
Giampiero
Della zanzara
L’arrivo di una nuova impiegata, una signora sulla
quarantina, aveva dato una scossa alla normale tranquillità dell’ufficio.
La reazione suscitata doveva presto dare adito
alle considerazioni più amare, visto che in un crescendo di complimenti,
giudizi ammirativi e altro, la signora si era guadagnata i posti più ambiti,
fino a diventare segretaria del direttore, con i poteri che ne derivavano.
Tutto questo a dispetto del fatto che si
trattava pur sempre dell’ultima venuta.
Personalmente, pensai di avvicinarla al momento
del caffè che si prendeva d’abitudine ogni mattina presso l’apposita macchina.
Quella mattina infatti lei era dietro di me, regolarmente in coda.
“Finalmente ho capito perché la zanzara fa
zzzzzz…” dissi.
Dopo un po’ la signora disse a sua volta: “Avanti!
Perché la zanzara fa zzzzzz… ?”
L’argomento era di viva attualità, dato
l’assalto delle zanzare che si verificava ogni notte.
Avrei voluto anch’io dare una risposta precisa,
esauriente, con pochi tratti incisivi a questo problema tanto pungente ma, come
dice il poeta Nanni Balestrini, “di questo, altra volta”.