Foto scattata da Mimma Orelli, Bellinzona, 3 novembre 2001.
Due
ragni
Da
quando? se da giorni
e
giorni, mesi ormai,
mentre
riposo li osservo
e
scordo e non senza stupore
riscopro:
ombre d’acheni,
più
piccoli di mezza formichetta
smarrita
nell’acquaio: sempre lì,
lontano
quanto basta dalla lampada
che ha
bruciato l’incauto calabrone,
diàfani
a furia di guardarli, quasi
trascoloranti
in rosa:
chi sa
mai se lo sanno
d’essere
l’uno a una spanna dall’altro
come
due nèi su una spalla,
inquilini
abusivi del soffitto,
strani
compagni della mia vecchiaia:
sempre
lì, sempre soli, senza preda;
una
volta soltanto
è
arrivato dal Nord
un
ragno d’altro rango,
quasi
robusto, nerastro,
è
passato col fare inquisitorio
d’un
commissario
tra i
due come se fossero
sorvegliati
speciali,
senza
distrarli è sparito
in
fretta nel gran bianco
e
dunque non li ha visti
calarsi
a un tratto
sincronici,
sostare penzolando
nel
vuoto, dove nemmeno si sognano
di
cercare un appiglio
per una
tela: intenti alle filiere
troppo
presto esaurite? saggiando
il peso
d’essere, il mistero?
Un
attimo, già stanno
per
risalire divorando filo
e
distanza: per fingersi di nuovo
due
disperse crisalidi,
due
punti nei dintorni
di me.
In Tutte le poesie, a cura di Pietro De
Marchi, introduzione di Pier Vincenzo Mengaldo, bibliografia di Pietro
Montorfani, Mondadori, Milano 2015, pp. 341 e 342.