Intender non mi può. Tacitamente
il braccio ignudo premo come zona
ristoratrice, sulla fronte ardente.
Gelido è il braccio ch’ella m’abbandona
come cosa non sua. Come una cosa
non sua concede l’agile persona…
– O yes! Ricerco e
aduno senza posa
capelli illustri in ordinate carte:
l’illustrious locks
collection più famosa.
Ciocche d’illustri in scienza in guerra in arte
corredate di firma o documento,
dalla Patti, a Marconi, a Buonaparte…
(Mordicchio il braccio, con martirio lento,
dal polso percorrendolo all’ascella
a tratti brevi, come uno stromento).
– E voi potrete assai giovarmi nella
Italia vostra, per commendatizie…
– Dischiomerò per voi l’Italia bella!
– Manca d’Annunzio tra le mie primizie;
vane l’offerte furono e gli inviti
per tre capelli della sua calvizie…
– Vi prometto fin d’ora i peli ambiti;
completeremo il codice ammirando
a maggior gloria degli Stati Uniti…–
L’attiro a me (l’audacia superando
per cui va celebrato un cantarino
napolitano, dagli Stati in bando…);
imperterrita indulge al resupino,
al temerario – o numi! – che l’esplora
tesse gli elogi di quel suo cugino.
Ma sui confini ben contesi ancora
ben si difende con le mani tozze,
del pugilato esperte… – In Baltimora
il cugino l’attende a giuste nozze.
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Terza e conclusiva parte di Ketty, presa dalla sezione Liriche
varie de I colloqui, edizione
definitiva, S. A. Fratelli Treves Editori, Milano 1935, pp. 163-165.