L’addestramento del gallo
Chi Hsing-tzu addestrava un gallo da
combattimento per il re. Dopo dieci giorni costui gli chiese se fosse pronto.
«Non ancora» gli rispose Chi Hsing-tzu.
«È stoltamente arrogante e presuntuoso.»
Dopo dieci giorni il re s’informò di
nuovo. «Non ancora» gli disse l’altro. «Reagisce alle ombre e agli echi.»
Dopo dieci giorni il re s’informò di
nuovo. «Non ancora» gli disse l’altro. «Ha lo sguardo battagliero e il
temperamento collerico.»
Dopo dieci giorni il re s’informò di nuovo. «Ora può andare» gli disse
l’altro. «Non si muove nemmeno se c’è un gallo che lancia un grido. A guardarlo
sembra di legno. La sua perfezione individuale è completa. Un gallo che non sia
come lui non oserà fronteggiarlo e fuggirà.»
Gli scassinatori di
forzieri
Per difendersi dai ladroni che scassinano
i forzieri, frugano nei sacchi e aprono gli armadi, si lega strettamente con
corde e funi e si serra strettamente con catenacci e chiavistelli. Questo è ciò
che viene comunemente chiamato prudenza. Però, se sopraggiunge un abile ladro,
costui afferra il sacco, si mette sulle spalle l’armadio e il forziere e
scappa, temendo soltanto che le corde e le funi, i catenacci e i chiavistelli,
non siano troppo forti. Dunque, ciò che sembra prudenza non è altro che un
aiuto per il ladro.
Coloro che sono detti comunemente saggi o santi non aiutano in realtà i
grandi ladroni?
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Da La
calma, a cura di Claudio Lamparelli, Oscar Mondadori, Milano 2010, pp. 76 e
100.